La proroga al prossimo anno, negata al bonus facciate, sarà invece concessa alle due agevolazioni “ordinarie” del 50% per il recupero e le ristrutturazioni edilizie semplici e del 65% per gli interventi di efficientamento energetico
Arrivano i chiarimenti attesi per i bonus edilizi che dovranno poi trovare un riscontro concreto nella legge di bilancio, all’esame del governo la prossima settimana. A fare le spese della selettività rivendicata dal Mef su questi sconti fiscali sarà anzitutto il credito di imposta al 90% per il rifacimento delle facciate, che in questo momento tirava più di tutti gli altri, soprattutto nelle grandi città. Il governo è intenzionato a non prorogarlo oltre la sua scadenza del 31 dicembre 2021.
L’ipotesi di una continuazione anche nel 2022 era stata presa in considerazione nei giorni scorsi, chiesta a gran voce dalle categorie economiche, ma martedì 19 non rientrava più nel ventaglio delle misure che il governo aveva intenzione di inserire nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) prima e nella legge di bilancio poi. Questo nonostante ancora alla riunione della cabina di regia della mattinata Pd e Lega si siano fatti portatori di una richiesta di proroga con décalage, cioè con una percentuale di sconto via via più bassa.
La proroga al prossimo anno, negata al bonus facciate, sarà invece concessa alle due agevolazioni “ordinarie” del 50% per il recupero e le ristrutturazioni edilizie semplici e del 65% per gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nel Superbonus (per esempio gli interventi sulle singole unità immobiliari non “trainati” dal 110%). Negli sconti del 50% per le ristrutturazioni rientreranno dal 1° gennaio (fanno testo i pagamenti effettuati con bonifici) anche gli interventi sulle facciate che non potranno più godere del super sconto.
Sembrano sciolti anche i dubbi principali relativi alla proroga del Superbonus per l’efficientamento energetico. Il 110% sarà prorogato al 31 dicembre 2023, come avevano chiesto tutte le forze politiche e il Parlamento a più riprese con diverse risoluzioni. Non sarà, però, una proroga piena, bensì una proroga selettiva, limitata ai condomini e agli Istituti autonomi case popolari (o equivalenti). Saranno escluse dal rinnovo le villette e le altre tipologie di immobili che potranno godere del beneficio soltanto fino al 2022: gli edifici unifamiliari e quelli composti da due a quattro unità immobiliari indipendenti e distintamente accatastate.
Per queste tipologie, per altro, bisogna ancora capire se sarà prevista un’estensione piena del beneficio fiscale al 2022 o se la norma resterà come è oggi, vale a dire con il termine fissato al 30 giugno 2022 e la possibilità di usufruire degli sconti fino al 31 dicembre 2022 soltanto per completare l’intervento e soltanto se nei primi sei mesi si è raggiunto almeno il livello del 60% rispetto ai lavori previsti.