Solar Strategy di REPowerEU: l’Europa punta a 600 GW di fotovoltaico nel 2030

La nuova strategia sul solare parte del super piano energetico Ue e prevede un boom delle installazioni su tetto. Le misure principali in sintesi e i documenti allegati.

Il fotovoltaico è uno dei pilastri del super piano energetico REPowerEU da 300 miliardi di euro complessivi (tra sovvenzioni e prestiti), presentato ieri, mercoledì 18 maggio, dalla Commissione europea.

Obiettivo è eliminare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia prima del 2030.

Con la Solar Energy Strategy si punta a più che raddoppiare la potenza totale installata FV nei 27 Stati membri, arrivando a 320 GW nel 2025 (erano circa 136 GW alla fine del 2020) e poi 600 GW nel 2030. Si tratta di installare in media ogni anno circa 45 GW di nuovi impianti fotovoltaici, evidenzia la comunicazione di Bruxelles.

La nuova strategia include la Solar Rooftop Initiative: obiettivo è rendere obbligatorie le installazioni di pannelli solari sui tetti dei nuovi edifici pubblici e commerciali, con superficie utile superiore a 250 metri quadrati, entro il 2026; per gli edifici pubblici e commerciali esistenti, tale obbligo scatterà entro il 2027, mentre dal 2029 si dovranno installare impianti fotovoltaici sui tetti dei nuovi edifici residenziali.

Tali obblighi saranno implementati attraverso la direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive).

Tra le altre misure proposte in questa iniziativa:

consentire alle persone che abitano in edifici condominiali di esercitare effettivamente il loro diritto di autoconsumare in modo collettivo la loro energia senza pagare costi indebiti;

eliminare gli ostacoli amministrativi per le estensioni di impianti FV già installati;

realizzare almeno una comunità energetica rinnovabile in tutte le municipalità con più di 10.000 abitanti entro il 2025;

assicurare che i consumatori vulnerabili e in condizioni di povertà energetica abbiano accesso al fotovoltaico, ad esempio tramite iniziative di social housing e incentivi finanziari;

sviluppare robusti meccanismi di supporto per installazioni FV su tetto, anche integrate con accumuli e pompe di calore e con payback time inferiore a 10 anni.

La strategia sul solare include un’iniziativa per la formazione di manodopera specializzata nei vari anelli della filiera (produzione, installazione, manutenzione) oltre alla EU Solar Industry Alliance, finalizzata a espandere la produzione industriale made in EU di pannelli fotovoltaici.

In generale, in tema di rinnovabili, la Commissione intende innalzare dal 40% al 45% il suo obiettivo per le Fer al 2030.

Inoltre, la Commissione propone di modificare la direttiva sulle fonti rinnovabili introducendo le cosiddette aree “go to”: aree particolarmente idonee alla realizzazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili, con bassi rischi ambientali, dove si utilizzano procedure accelerate per le autorizzazioni di nuovi parchi eolici e fotovoltaici. Si propone anche di riconoscere alle rinnovabili lo status di interesse pubblico prioritario

Bruxelles ha poi pubblicato delle raccomandazioni e linee guida sulle soluzioni per sviluppare da subito le rinnovabili, con un focus sui contratti pluriennali di acquisto di energia elettrica 100% green (PPA, Power purchase agreement).

Più in dettaglio, per quanto riguarda le autorizzazioni, nella raccomandazione si legge che gli Stati membri dovrebbero garantire che la progettazione, costruzione ed esercizio di impianti per la produzione di energia da rinnovabili possano beneficiare della “procedura più favorevole” tra quelle disponibili.

Gli Stati membri dovrebbero poi “stabilire scadenze chiaramente definite, accelerate e quanto più brevi possibili per tutte le fasi per le autorizzazioni a costruire e gestire progetti di energia rinnovabile, specificando i casi in cui tali scadenze possono essere prorogate e in quali circostanze”. Dovrebbero anche stabilire “scadenze massime vincolanti per tutte le fasi pertinenti della procedura di valutazione di impatto ambientale”, mentre la durata delle procedure per installare impianti solari in strutture artificiali dovrebbe essere limitata a un massimo di tre mesi.

Si raccomanda, inoltre, di creare un singolo procedimento unificato per richiedere tutte le autorizzazioni; e si dovrebbe consentire ai richiedenti di aggiornare le specifiche tecnologiche dei loro progetti nel periodo compreso tra la domanda di autorizzazione e la costruzione dei progetti, in modo da facilitare lo sviluppo di tecnologie più innovative.

Altra raccomandazione è quella di attuare procedure semplificate per il rilascio delle autorizzazioni alle comunità energetiche rinnovabili, anche per la connessione alla rete di impianti posseduti dalle comunità, e ridurre al minimo le procedure e i requisiti per le licenze di produzione, anche per gli autoconsumatori di energia rinnovabile.

Infine, si raccomanda ai singoli Stati membri di limitare al minimo necessario le zone di esclusione in cui non si possono installare impianti Fer. Queste restrizioni dovrebbero essere basate su informazioni chiare e trasparenti, con una giustificazione motivata sulle restrizioni relative alla distanza dagli alloggi e dalle zone di aviazione militare o civile. (fonte: redazione QualEnergia.it articolo di Luca Re)

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