“L’Italia ha il dovere di andare verso un modello di ‘hub elettrico’. La programmazione nazionale sarà rivista con il Piano Nazionale Integrato Clima-Energia, per arrivare più avanti ad autorizzare dai 12 fino a 14 gigawatt l’anno di capacità rinnovabile, dall’attuale impegno di circa sette. Gli indicatori ci dicono che è un obiettivo raggiungibile”.
Ieri, 15 marzo, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Piano di Sviluppo 2023 di Terna ha parlato della revisione del Pniec, attesissima dopo che il documento è stato reso obsoleto dai nuovi obiettivi adottati dall’Ue.
Il governo, ha dichiarato Pichetto, si impegna a consegnare la proposta di revisione del Pniec “entro il prossimo 30 giugno”.
Per il titolare del Mase, il target di 70 GW di rinnovabili al 2030 “va confermato” anche attraverso una rete elettrica sempre più efficiente, e grazie ad interventi che vadano nella direzione di spinta verso le rinnovabili e i sistemi di accumulo.
“Ora – ha chiarito – abbiamo domande per 300 gigawatt e c’è ancora tutto un percorso da portare avanti sul decreto per l’individuazione delle aree idonee, rispetto alle quali stiamo cercando di accelerare per un accordo con il sistema delle Regioni”.
Per la precisione, Terna ha reso noto che a gennaio 2023, le richieste di connessione alla rete di alta tensione di nuovi impianti a fonti rinnovabili hanno raggiunto circa 340 GW, di cui circa il 37% da solare e circa il 54% da eolico.
Nell’evento di ieri, come abbiamo riportato, Terna ha annunciato investimenti per oltre 21 miliardi di euro complessivi nei prossimi dieci anni, il 17% in più rispetto al piano precedente, di cui ben 11 miliardi – quindi oltre metà della cifra totale – per cinque dorsali elettriche necessarie per aumentare la capacità rinnovabile, nell’ambito della rete Hypergrid.
Articolo tratto dal magazine on-line QualEnergia.it