Il fotovoltaico occuperebbe una parte minima di suolo italiano

Tutto il nuovo fotovoltaico previsto in Italia dal Pniec al 2030 (57 GW) occuperebbe una parte minima del suolo, ben sotto l’1% anche ipotizzando di farlo tutto a terra.

Di seguito, analizziamo le stime principali fornite dall’Ispra nella nuova edizione del rapporto sul consumo di suolo nel nostro Paese.

I numeri attuali dell’occupazione di suolo nazionale

Ad oggi, a livello nazionale risultano occupati da impianti fotovoltaici circa 17.830 ettari a fine 2022, equivalenti a più di 9.900 MW di potenza.

A livello regionale, il primato appartiene alla Puglia con 6.116 ettari.

Il piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec)

Il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec), nell’aggiornamento di giugno 2023 prevede per il 2030 un incremento di circa 74 GW di fonti rinnovabili rispetto al 2021, 57 dei quali derivanti da fotovoltaico.

Lo stesso Pniec raccomanda di privilegiare le installazioni su edifici, coperture, pensiline e di favorire i progetti agrivoltaici, in modo da ridurre il consumo di territorio.

E se invece si volesse installare molto fotovoltaico a terra quanto suolo sarebbe “consumato”?

Al 2022, risulta che il 66% del fotovoltaico italiano è stato installato “non a terra” (quindi su tetti, coperture ecc.) e il 34% a terra.

Pertanto, ipotizzando di fare 55 GW di FV (dei 57 previsti al 2030, 2 GW sono stati già realizzati nel 2022) con questa ripartizione percentuale (34% a terra e 66% sui tetti), in via teorica consumenremmo una superficie di circa 340 km2. Se consideriamo l’ipotesi “estrema di installare a terra tutta la nuova potenza prevista, consumeremmo fino a 990 km2 di suolo”.

In termini percentuali, facendo un calcolo di massima rispetto alla superficie territoriale italiana complessiva di circa 302mila km2, il fotovoltaico occuperebbe tra lo 0,12 e lo 0,32% circa del territorio nazionale.

Il consumo di suolo è un falso problema: il fotovoltaico occuperebbe una parte minima di suolo

Come ribadiscono le associazioni del settore FV, il consumo di suolo delle energie rinnovabili è “un falso problema” dato che Il fotovoltaico occuperebbe una parte minima di suolo.

Se ipotizziamo di fare 5 GW/anno di fotovoltaico  a terra “servirebbe una superficie di 10.000 ettari da dedicare agli impianti”, mentre l’attuale superficie agricola totale in Italia è pari a 16,5 milioni di ettari.

Per fare questi 5 GW di fotovoltaico “basterebbe impiegare lo 0,06% della superficie agricola totale. In 10 anni si tratterebbe dello 0,6% del territorio agricolo nazionale”. Quindi, “sarebbe sufficiente andare a coinvolgere solamente i terreni attualmente incolti e inattivi che in Italia sono 3,5 milioni di ettari”.

Inoltre, lo scorso luglio un gruppo di associazioni ambientaliste e delle rinnovabili ha rivolto un appello proprio all’Ispra. Si è cercato di spiegare perchè il fotovoltaico non deve essere considerato come un elemento che aumenta il consumo di suolo al pari del territorio cementificato. Tra le tesi esposte, ad esempio, le associazioni hanno evidenziato che le strutture sono rimovibili e gli impianti presentano diversi vantaggi ambientali.

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