Transizione 5.0, regole operative in arrivo

Transizione 5.0, regole operative in arrivo con ampliamento della platea

Il decreto attuativo della misura Pnrr da 6,3 miliardi per efficienza digitale ed ecologica nelle imprese è in concertazione: dovrebbe arrivare “entro giugno” e permetterà anche a tanti energivori inizialmente esclusi di accedere, informa il Mimit.

L’atteso decreto con le regole operative per gli incentivi di Transizione 5.0, al momento in ritardo di un mese, andrà al concerto tra i ministeri competenti oggi, 30 maggio, e dovrebbe ampliare la platea dei settori ammessi.

Come noto, non ci sono invece margini per prorogare la scadenza della misura finanziata con 6,3 miliardi da fondi Pnrr, cioè giugno 2026, con investimenti completati a fine 2025, a meno di “eventuali modifiche delle regole del Pnrr”, che il governo “auspica possano essere valutate dalla prossima Commissione”.

Lo ha riferito ieri il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, rispondendo a un’interrogazione in Aula alla Camera (documento in basso). Sempre ieri, il dirigente Mimit Raffaele Spallone ha precisato che il decreto attuativo arriverà “entro giugno” e, ha informato intervenendo all’apertura della fiera sull’automazione SPS Italia, sarà seguito da una circolare operativa.

Inclusi più settori energivori

“Il governo ha individuato criteri equilibrati e più inclusivi, così da ampliare la platea dei beneficiari e, superato questo aspetto, domani (cioè ieri, ndr) avvieremo il concerto con gli altri ministeri competenti – il ministero dell’Economia e il ministero dell’Ambiente – per poi trasferire il provvedimento alla Corte dei conti, per la registrazione”, ha detto Urso.

L’esecutivo, ha spiegato il ministro, ha “operato per superare i vincoli previsti dalla Commissione europea in merito al rispetto del principio DNSH”, ossia non arrecare danno significativo all’ambiente, “che avrebbero escluso 1.200 imprese cosiddette energivore” in “settori come la carta, il vetro, la siderurgia e la ceramica, fondamentali per il nostro sistema produttivo”.

“Abbiamo lavorato per andare oltre una contraddizione di fondo: l’esclusione della platea dei beneficiari del Piano 5.0 (…) proprio di quei comparti tipici del made in Italy che maggiormente potrebbero incidere sul contenimento delle emissioni di CO2. Abbiamo lavorato e ci siamo riusciti”, secondo Urso.

Quanto al ritardo del decreto attuativo, che avrebbe dovuto essere emanato lo scorso primo aprile, il titolare del Mimit ha spiegato che nell’elaborazione “sì è dovuto tener conto sia delle ulteriori modifiche legislative apportate dal Parlamento, prima nel decreto-legge Pnrr 4, convertito il 29 di aprile, poche settimane fa, e poi anche delle modifiche, apportate sempre dal Parlamento, nel decreto-legge Superbonus”, pubblicato in Gazzetta ieri.

Deadline Pnrr a fine 2025

Circa la possibilità di estendere le tempistiche, il ministro ha ribadito che la misura dovrà essere rendicontata al 30 giugno 2026, nel rispetto della regola generale prevista dal Pnrr e che “questo vincolo impone la necessità” di completare gli investimenti entro il 31 dicembre 2025.

Questo, ha aggiunto, “a meno di eventuali modifiche delle regole del Pnrr, che auspichiamo possano essere valutate dalla prossima Commissione”.

Il ministero, ricordiamo, ha chiarito da subito che la norma si applica retroattivamente agli investimenti realizzati a partire dal 1° gennaio 2024, ma i tempi stretti preoccupano per i nuovi progetti, dato il ritardo del decreto attuativo e, per il fotovoltaico, la carenza sul mercato di moduli Made in EU idonei ad avere l’incentivo maggiorato.

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