Nell’articolo pubblicato sul nostro sito lo scorso 22 Aprile abbiamo già passato in rassegna i principali cambiamenti convertiti in legge del cosiddetto decreto Energia, dl 17/2022.
Vediamo ora più in dettaglio cos’è la cosiddetta Solar Belt e le tante nuove semplificazioni per installare impianti fotovoltaici a terra.
In concreto, si dispone che determinate aree, anche agricole, in assenza di vincoli culturali o paesaggistici, vengano dichiarate automaticamente idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra.
Si tratta delle aree entro 300 metri da zone a destinazione industriale, artigianale e commerciale, compresi i siti di interesse nazionale, nonché le cave e le miniere, delle aree interne agli impianti industriali e agli stabilimenti (oltre a quelle entro 300 metri da questi ultimi), delle aree dove già ci sono impianti FV o a 300 metri da impianti FV oggetto di rifacimento e di quelle aree entro 150 metri dalla rete autostradale e dai siti dei gestori delle ferrovie.
Per fare fotovoltaico a terra in queste aree, per impianti di potenza fino a 1 MW basterà la dichiarazione di inizio lavori asseverata (Dila), per potenze da 1 a 10 MW la procedura abilitativa semplificata (Pas) e per impianti oltre i 10 MW la procedura di autorizzazione unica (Pau).
“Per gli impianti in area idonea – ha spiegato l’avvocato Emilio Sani in un recente webinar di Italia Solare in cui si sono illustrate le novità – viene previsto che il parere per l’autorizzazione paesaggistica è obbligatorio, ma non vincolante. Dunque, oggi il parere paesaggistico resterà obbligatorio ma non sarà vincolante per i progetti soggetti a vincolo in aree idonee entro 300 metri da stabilimenti e aree industriali, cave, miniere, impianti fotovoltaici esistenti”.
Si è poi finalmente chiarito che la Pas si applica a prescindere dal livello di tensione a cui è connesso l’impianto e quindi sarà possibile anche per gli impianti in alta tensione. È stata inoltre confermata l’applicabilità della Pas non solo per l’area d’impianto, ma anche per le opere e infrastrutture necessarie.
(FONTE: www.qualenergia.it)