Sono passati più di sette mesi dall’approvazione del Decreto Energia, ma del meccanismo dei crediti d’imposta previsto per l’efficientamento energetico e l’installazione di impianti a fonti rinnovabili delle imprese del Sud si sono perse le tracce.
Fra i tanti ritardi nell’emanazione dei provvedimenti che dovrebbero favorire la transizione energetica, quello riguardante le disposizioni dell’articolo 14 del dl 17 del 1° marzo 2022 risulta particolarmente criticabile.
Ciò in quanto riguarda imprese sfavorite in partenza rispetto alle aziende di altre Regioni a causa delle maggiori debolezze infrastrutturali e istituzionali che caratterizzano il meridione.
La norma in questione prevede crediti d’imposta basati sul regolamento Ue n. 651/2014, del 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie imprese e al 25% per le grandi, con un fondo di dotazione “pari a 145 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023”.
Stando al testo, un decreto del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, di concerto con il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dell’economia e delle finanze, avrebbe dovuto stabilire, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del dl Energia 17/2022, i criteri e le modalità di attuazione delle disposizioni.
Questo decreto però non si è ancora visto.
La misura, ricordiamo, ha come destinarie le imprese che effettuano investimenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia in efficienza energetica e rinnovabili (anche con sistemi di accumulo abbinati agli impianti fotovoltaici), fino al 30 novembre 2023.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo “Crediti per Fer ed efficienza nelle imprese del Sud, che fine ha fatto il decreto?” di Lorenzo Vallecchi sul magazine on line QualEnergiapro.it