L’appello di Elettricità Futura si rivolge ai governatori delle Regioni e ai sindaci dei Comuni per chiedere di contribuire a risolvere l’emergenza energetica, autorizzando velocemente gli impianti.
Installando 10 GW all’anno di rinnovabili da qui al 2030, si stimano benefici economici per oltre 40 miliardi di euro all’anno e mezzo milione di posti di lavoro entro i prossimi 8 anni.
Questa la stima di Elettricità Futura che si rivolge ai governatori delle Regioni e ai sindaci dei Comuni d’Italia per chiedere di contribuire a risolvere l’emergenza energetica autorizzando velocemente le numerose richieste di costruzione di nuovi impianti rinnovabili.
“In Italia la povertà energetica sta velocemente crescendo, a causa sia dei prezzi sia della carenza di gas. I cittadini, le imprese e anche le vostre istituzioni hanno estremo e urgente bisogno di elettricità a basso costo. Regioni e Comuni possono fare la differenza, e hanno la responsabilità di farlo, permettendo un rapido aumento della produzione di elettricità rinnovabile” afferma il presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo .
L’energia elettrica rinnovabile – spiega l’associazione che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano – è l’unica che l’Italia può produrre in poco tempo, a basso costo, e in abbondanza con risorse nazionali. Da quando un impianto rinnovabile viene autorizzato può iniziare a produrre energia elettrica anche in pochi mesi.
Già a ottobre 2021, Elettricità Futura aveva rivolto un appello al Governo e alle Regioni sollecitando un’accelerazione nel rilascio dei permessi e sottolineando che l’obiettivo regionale per le rinnovabili è una straordinaria opportunità per l’economia e l’occupazione.
“La situazione è gravissima – continua Re Rebaudengo – il Governo ha già stanziato circa 70 miliardi di euro per tamponare l’emergenza caro energia. Ma il settore elettrico italiano ritiene che le Regioni e i Comuni possano contribuire con un deciso cambio di passo rispetto al passato, accelerando il rilascio delle autorizzazioni per impianti rinnovabili per almeno 10 GW all’anno, target peraltro coerente con gli impegni di decarbonizzazione dell’Italia. Più rinnovabili autorizzeranno una Regione e un Comune, maggiori saranno i benefici locali”.
Il dato indicato da Elettricità Futura sembra quasi in linea con l’attuale progresso dell’Italia nel settore delle rinnovabili. A luglio 2022 il ministro uscente del MiTE, Cingolani, nel presentare il piano gas italiano, ha spiegato che al 30 giugno 2022 risultavano circa 9 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili autorizzati, non certo installati.
A fine maggio, il ministro aveva invece parlato di 5 GW di nuova potenza Fer che sarebbe stata connessa complessivamente nel 2022, tenendo conto dei dati Terna e del volume di progetti autorizzati fino a quel momento.
Il potenziale italiano per le rinnovabili al 2030, seguendo le indicazioni date da Bruxelles nel piano REPowerEU, ammonta a 85 GW, secondo Elettricità Futura (EF); sono 15 GW in più rispetto ai 70 GW già previsti in base al precedente pacchetto europeo Fit for 55.
Di questi, alcune associazioni del settore (EF, Utilitalia) hanno stimato che la maggior parte potrebbe arrivare dal fotovoltaico a terra con 35 GW; poi 15 GW di solare distribuito e 13 GW di eolico, oltre a quote più piccole dalle altre fonti.
Il traguardo degli 85 GW di REPowerEU equivarrebbe, secondo Elettricità Futura, a 10-12 GW in media/anno di nuove installazioni dal 2025, da ripartire essenzialmente tra eolico e fotovoltaico. Si dovrebbero inoltre installare annualmente anche 9-14 GWh di accumuli di grande taglia.
Fonte articolo: on-line nagazine QualEnergia.it